Un Airbus A321 della compgagnia Ural Airlines ha effettuato un atterraggio di emergenza in Russia appena dopo il decollo a seguito della perdita di entrambi i motori causato dall’impatto con uno stormo di gabbiani.
Mi è stato chiesto di “analizzare” l’atterraggio di emergenza e dare un’opinione sui fatti, su come sono andate le cose e sul perché il pilota abbia fatto determinate scelte.
Premetto che le informazioni a disposizione non sono ancora molte ed è quindi bene aspettare la conclusione delle investigazioni ufficiali. Voglio comunque approfondire alcuni aspetti importanti di questo incidente.
Per farlo vorrei rispondere ad una domanda:
Si tratta di un altro miracolo come quello sul Hudson avvenuto nel 2009?
Nel 2009 il comandante Sully si trovò in una situazione molto simile dopo che a pochi minuti dal decollo perse entrambi i motori a seguito dell’impatto con uno stormo di oche del Canada.
Il comandante Sully prese una serie di decisioni che salvò la vita a 155 persone. Finì per ammarrare sul fiume Hudson a New York e lo fece in modo brillante senza spezzare l’aereo e senza far fuoriuscure il carburante rischiando di incendiare l’aereo ed uccidere i passeggeri.
Cerchiamo ora di capire se anche nel caso dell’aereo della Ural Airlines, ci troviamo in una situazione simile da gridare al “miracolo”.
Atterraggio di Emergenza in Russia
Ecco brevemente cos’è successo, poi entreremo nei dettagli:
- Durante il decollo c’è stato un primo impatto con un gabbiano che ha colpito il motore numero 1 (sinistro).
- Poco dopo il decollo c’è stato un secondo impatto a 750ft che ha colpito il motore numero 2 (destro).
- Inizialmente il comandante voleva fare il circuito ed atterrare in pista, ma il secondo impatto glielo ha impedito.
- Ha deciso di atterrare nel campo di grano davanti a se.
Le condizioni di emergenza in cui si è trovato il comandante Damir Yusupov sono simili a quelle del comandante Sully. Chiaramente ci sono alcune differenze, ma possiamo dire che entrambi si sono trovati a bassa quota su un Airbus pieno di passeggeri e di carburante, l’emergenza è accaduta poco dopo il decollo, si sono trovati senza la potenza dei motori e la casusa dell’emergenza è la stessa.
Ci sono piccole differenze che rendono l’emergenza dell’aereo della Ural ancora più drammatica. Vediamo quali.
Emergenza in pista dopo V1
L’aereo della Ural ha impattato un gabbiano ancora in pista durante il decollo. Lo si vede bene in un video fatto da uno dei passeggeri.
Appena dopo l’impatto l’aereo decolla e questo significa che si trovavano dopo la velocità V1.
Per un apprfondimento sulle velocità di decollo, ti consiglio di leggere l’articolo dedicato: Velocità di Decollo di un Aereo.
Infatti, l’aereo decolla, si stacca da terra e, in base a quanto dichiarato dal comandante, la decisione iniziale era quella di fare un circuito per atterrare nuovamente in pista, utilizzando la potenza del secondo motore ancora funzionante.
Solo che alcuni istanti dopo anche il secondo motore si è spento a causa di un secondo impatto, lasciando al comandante una sola opzione. Atterrare nel campo più vicino a circa 1km dalla pista.
La quota di volo più bassa
Una seconda differenza rispetto all’emergenza affrontata dal comandante Sully si trova nella quota di volo.
Il comandante Yusupov si è trovato ad una quota molto più bassa che non gli ha dato molto tempo per decidere. Il comandante ha fermato la salita a 750ft, probabilmente dopo il secondo impatto.
A questo punto avendo valutato le condizioni di entrambi i motori e constatando che nessuno dei due era funzionante, ha deciso di atterrare nel campo davanti a sè.
Atterraggio sul terreno
Non è ancora noto quali pensieri passavano nella mente del comandante in quel momento drammatico, ma possiamo ipotizzare che abbia fatto una valutazione cruciale che ha salvato la vita a tutti.
Da quanto dichiarato da uno dei passeggeri, aveva piovuto molto pertanto il terreno era molto bagnato e “morbido”.
Se il comandante avesse deciso di atterrare con il carrello abbassato si sarebbe “piantato” nel terreno e avrebbe causato seri danni strutturali fino a spezzare le ali facendo fuoriuscire il carburante innescando un incendio che avrebbe ucciso tutti i passeggeri.
Atterrare sulla pancia dell’aereo ha permesso di attutire il colpo e far scivolare l’aereo fino a quando si è fermato.
Chiaramente il rischio di spezzare la fusoliera era comunque altissimo, ma credo che il rischio sia stato ridotto decidendo di non abbassare il carrello.
Queste sono solo considerazioni personali, vedremo se le investigazioni ufficiali confermeranno questa teoria.
Infatti, si potrebbe pensare più semplicemente che i piloti non avessero avuto sufficiente tempo per abbassare il carrello dato che molto probabilmente non avevo l’impianto idraulico pienamente funzionante con i motori erano fuori uso.
A quella quota così bassa è realistico pensare che non avessero avuto tempo per azionare l’APU – Auxiliary Power Unit e che non avessero avuto nemmeno tempo di aspettare che il carrello scendesse con il sistema di emergenza che normalmente significa utilizzare la forza di gravità per farlo scendere… Ci sarebbero voluti molti minuti preziosi.
Si tratta di un miracolo?
Ritornando alla domanda iniziale mi sento di dire che la decisione di non abbassare il carello e le azioni dei piloti hanno permesso a tutti i passeggeri di ritornare a casa salvi.
Direi che possiamo parlare di un miracolo tanto quanto quello del Hudson.
Vorrei comunque che si facessero le dovute verifiche e che le indagini portassero alla luce le azioni dei piloti in modo che possano essere da esempio per molti altri.
Fonti:
http://avherald.com/h?article=4cb94927&opt=0
https://abcnews.go.com/Lifestyle/wireStory/russian-pilot-landing-corn-field-chance-65010108
https://aviation-safety.net/database/record.php?id=20190815-0