Da troppo tempo sento piloti di linea che si lamentano di quanto debbano perdere tempo con addestramenti inutili.
A loro modo di vedere, queste ore di addestramento inutile non hanno alcun effetto sulla loro performance in ambito sicurezza del volo.
Molte volte parlando con piloti di linea ho sentito delle critiche nei confronti delle attività di addestramento che si svolgono nelle compagnie aeree.
Mi riferisco al CRM o addestramento mirato per migliore i limiti del fattore umano (dei piloti in questa o quella situazione).
Mi sono chiesto più volte cosa ne pensassero i piloti della sicurezza del volo odierna, se credono di contribuire alla sicurezza dei passeggeri o se il loro addestramento è già ad un livello talmente alto che “non c’è più nulla da apprendere”.
Bene, in questo articolo non voglio polemizzare e neppure dare consigli o puntare il dito contro quelli che non fanno le cose per bene perchè si sentono già arrivati (ognuno può giudicare per se stesso la realtà che lo circonda).
E poi, diciamocelo, non cambierebbe niente criticare o polemizzare. Facciamo invece una riflessione costruttiva del problema.
Mi sto riferendo ad un problema che a mio avviso è molto più grave di quello che pensiamo. Si tratta dell’idea che addestrarsi per migliorare la sicurezza del volo diventi una perdita di tempo quando si studia il fattore umano.
I piloti di linea sono esseri umani ed in quanto tali hanno dei limiti che vanno considerati.
Pensare che spendere tre giorni in aula parlando di comunicazione, team building, cooperazione, leadership, errori, ecc., sia una perdita di tempo è come dire che un atleta che si allena prima di una gara, non ha capito niente.
Mi spiego meglio. Prendiamo l’esempio dell’atleta: allenarsi significa avere degli obiettivi ben chiari che ti permetteranno di vincere la gara o che perlomeno ti daranno maggiore possibilità di avvicinarti alla vittoria.
Nell’allenamento sportivo non si tratta solo ed esclusivamente di prepararsi fisicamente, ma anche mentalmente. Lo si sente spesso prima di una importante partita della nazionale o prima di una gara alle olimpiadi.
Anche per la nostra crescita personale, in diverse occasioni della nostra vita ci fermiamo a riflettere su noi stessi per poter prendere importanti decisioni. Questi sono tutti momenti di “allenamento mentale”.
Abbiamo quindi diversi esempi di come bisogna preparare se stessi soprattutto mentalmente per affrontare una gara, un esame, un lavoro importante o per fare le scelte giuste.
La stessa cosa deve avvenire per i piloti di linea: la loro preparazione chiaramente non è finalizzata a vincere una gara, ma per qualcosa di molto più importfatante. Mettere in sicurezza la propria vita, quella dei passeggeri e dell’equipaggio.
Non basta andare alla scuola di volo per sentirsi preparati, è necessario costruire la propria carriera con degli obiettivi chiari, come fanno gli atleti.
Non dare importanza al fattore umano o al tempo speso in aula durante le sessioni di CRM, significa eliminare dalla propria esperienza e dal proprio allenamento una importante fetta di preparazione.
Significa anche perdere di vista obiettivi importanti quali la cooperazione in caso di emergenza. Non studiare incidenti aerei avvenuti in passato per comprendere quali errori hanno commesso altri piloti significa negare la possibilità che possa accadere nuovamente e significa, purtroppo, che le vite perse sono state inutili e non hanno portato alcun insegnamento e certi piloti.
Le occasioni per apprendere sono molte e la ricetta per affrontare in maniera costruttiva una lezione è semplice: bastano umiltà, apertura mentale e curiosità.
Sono tre potenzialità che tutti noi possediamo, ma in alcune persone sono state un po’ messe da parte. Basta poco per farle affiorare nuovamente, farlo potrebbe salvare la vita a molte persone.