È da tempo che scrivo sui cambiamenti che stanno avvenendo in aviazione e di quanto sia sempre più un bisogno uscire dal proprio paese per lavorare come piloti o assistenti di volo (e non solo). Questo mi porta a parlare di un altro problema che i piloti affrontano ogni giorno in cabina: l’equipaggio multiculturale.
Cosa significa? In poche parole… visto che i piloti cercano lavoro all’estero spesso in cabina questi hanno nazionalità diverse e volano per una compagnia aerea che non appartiene alla nazionalità nè di uno nè dell’altro.
La stessa cosa vale per gli assistenti di volo.
Perchè è un problema? Te lo spiego. Puntualizzo una cosa prima: l’interculturalità non è un problema sempre, ma spesso lo diventa.
Quando? Quando la comunicazione NON è lo strumento che veicola la tolleranza e le differenze culturali, ma si tende ad ignorare il fatto che esistono delle divergenze nel modo di pensare e percepire il mondo.
Le conseguenze? Se non si dà la giusta importanza alle differenze culturali si rischia di far decadere valori importanti quali la fiducia ed il rispetto. In casi di emergenza, un equipaggio poco tollerante, poco fiducioso l’uno dell’altro può essere un ostacolo alla collaborazione ed i risultati NON sono prevedibili.
Cari amici, vivo in India, di tolleranza (e tanta pazienza) ne so qualcosa e so anche che la comunicazione efficace è l’unico modo per valorizzare le differenze e trovare un equilibrio tra le culture.
Ora, non voglio rendere questo post un inno alla fratellanza ed egualità che non fanno onore alla tenacia ed esperienza che persone come Gandhi e Malala hanno dimostrato, ma voglio spiegarti che le differenze culturali possono influenzare le operazioni in cabina, ma anche ogni altro lavoro al mondo in cui culture diverse si mescolano.
Continua a leggere perché ti spiegherò qual è stata la mia esperienza con i piloti militari dell’esercito Omanita.
Le 6 dimensioni della cultura
Un interessante studio fatto da Hofstede ha dimostrato che esistono 6 dimensioni culturali che ci distinguono l’uno dall’altro.
Distanza del potere
Ovvero quanto è accettato dai membri di un’organizzazione che il potere non è distribuito in maniera eguale, ma ci sono delle differenze. Esempio, tra la differenza tra comandante e tecnico di bordo in India è molto sentito perché la gerarchi qui è molto importante, in Europa è sentita meno.
Individualismo
Si contrappone al collettivismo. Ovvero si definisce una società in base a quanto le idee degli individui fanno solo riferimento a se stessi “io”, in contrapposizione a una società in cui le idee sono collettive “noi”. Indica il grado di integrazione degli individui in un gruppo.
Mascolinità
Fa riferimento a quanto una società dia più importanza a valori maschili, ovvero faciliti la vita agli uomini e meno alle donne e l’equilibrio tra i due sessi è minore.
Futuro a lungo termine
Quanto una società pianifichi il futuro a lungo termine in contrapposizione ad una società che si basa di più sul futuro a breve termine o sul passato.
Rifiuto dell’incertezza
Fa riferimento a quanto le incertezze generino ansia negli individui. In alcune società non pianificare il futuro o non sapere come andranno le cose non genera alcuna ansia, mentre per altre la mancanza di certezza genera molta preoccupazione.
Indulgenza
Fa riferimento a quanto soddisfiamo bisogni immediati e i desideri di oggetti materiali o qualcosa che mostri il nostro status sociale attraverso, per esempio, macchine, case, barche, ecc.
Se prendiamo due nazionalità e le studiamo applicando queste grandezze, potremmo comprendere quali sono le differenze. Ovviamente lo studio portato avanti da Hofstede non è conclusivo e c’è spazio per molta interpretazione, ma per il nostro scopo di comprendere differenze di base tra una cultura e l’altra è più che sufficiente.
Ora, per fare qualche esempio, se consideriamo una coppia di piloti con uno dei due di nazionalità Sud Americana e l’altro Italiana vedremmo che per un Italiano non avere la certezza che le cose andranno in un determinato modo (rifiuto dell’incertezza) genera molta ansia, quindi cercherà di pianificare più in dettaglio, spenderà più tempo a studiare particolari punti della rotta o a fare determinate considerazioni in caso di maltempo, mentre per un Sud Americano questo non genera preoccupazione, quindi non porrà troppa enfasi sulla pianificazione.
Un altro aspetto dell’interculturalità è legato alla lingua. Non tutti parlano bene l’inglese, quindi in caso di emergenza la difficoltà linguistica può diventare un grave ostacolo.
È già accaduto che tra pilota Messicano e controllore di volo Americano non ci sia stata la corretta comprensione di una frase che per l’Americano significava “attenzione c’è qualcosa che non va, ma è sotto controllo”, mentre per il messicano significava “emergenza, dammi la priorità per l’atterraggio”. Alla fine l’aereo non ha raggiunto l’aeroporto perché era a corto di carburante, solo a causa della scelta di parole da parte del pilota che non ha permesso al controllore Americano di interpretare la situazione come una grave emergenza.
Differenze culturali sul lavoro
Prova ad immaginare se nella tua vita quotidiana hai a che fare con qualcuno che non sia della tua nazionalità. Qualunque persona che tu incontri per strada o sul lavoro che non sia italiano è già un’interazione interculturale.
Nel mondo d’oggi siamo sempre più obbligati a lavorare con qualcuno che non è della nostra nazionalità. Si chiama globalizzazione e questo porta a nuove competenze che dobbiamo sviluppare.
Se lavori per un’azienda che ha clienti all’estero saprai benissimo che le esigenze di altri paesi non sono uguali a quelle italiane, pertanto per poter collaborare ed interagire con un’altra società dobbiamo imparare ad adattarci, farci conoscere meglio e conoscere l’altra cultura meglio, per creare cooperazioni di successo.
Le nuove competenze da sviluppare sono sicuramente linguistiche, ma dobbiamo anche imparare ad uscire dal nostro spazio culturale e sperimentare nuovi modi di vedere le cose, dobbiamo avere una mentalità più aperta insomma.
Se dovessi definire questo come una competenza la definirei appunto “Apertura Mentale”, cosa che pochi possiedono, ma che molti cercano di scoprire sempre di più o per necessità o per curiosità viaggiando.
Il problema dell’interculturalità deve passare dall’essere un “problema” appunto, ad una risorsa. Possiamo imparare un sacco di cose da chi è diverso da noi e insegnare un sacco di cose a loro.
Nel mondo dell’aviazione questo già avviene da anni. Le cabine multiculturali esistono da un sacco di tempo ed in base al paese in cui ci si trovi ci sono scambi interculturali diversi.
La mia esperienza in Oman
Personalmente sono andato in Oman a seguire la formazione che veniva data ai piloti militari di elicotteri dell’esercito Omanita da parte di un pilota di linea di Boeing 747.
Perché un pilota di linea fa formazione hai piloti militari? Perché in questo caso il comandante di 747 è Australiano con moltissimi anni di esperienza nella formazione, mentre l’esercito Omanita appena stava iniziando a comprendere l’importanza dello spendere ore in aula.
Fino a quel momento pochissima formazione era stata fatta a causa della cultura Omanita che non lasciava spazio a nuove pratiche per i piloti che in realtà erano molto “Macho” e non consideravano la formazione come tempo utilizzato bene, ma preferivano volare ed in caso di emergenza avrebbero fatto qualcosa, ma senza il corretto addestramento sappiamo che è molto più difficile uscire da una situazione pericolosa.
In conclusione, viviamo in mondo nuovo dove è impossibile non interagire con qualcuno che non sia della nostra nazionalità. Bisogna essere preparati perché il futuro non è fatto di Italia, ma di mondo, dobbiamo essere “persone di mondo” e non di casa! 🙂 Cosa ne pensi?