Leggendo alcuni incidenti aerei avvenuti di recente ho notato che spesso una conseguenza di questi incidenti sono nuovi cambiamenti alle normative vigenti.
Nuove regole, nuove imposizioni e nuove procedure addestrative progettate per ridurre un determinato effetto causato da qualche errore del pilota o da qualche suo comportamento rischioso che pregiudica la sicurezza del volo.
Voglio capire se c’è un modo per migliorare l’addestramento dei piloti di linea per un futuro dell’aviazione civile capace di far fronte all’aumento del traffico aereo.
Gli esseri umani non sono abituati a pensare
Ci sono diversi esempi che lo dimostrano: in questo momento sto studiando alcuni incidenti aerei dove è stato il comportamento stesso del pilota (azioni volute e pensate dal pilota) che hanno causato l’incidente.
Il peggiore incidente che ho letto è di due piloti giovani ai comandi di un jet privato su un volo notturno di trasferimento da un aeroporto ad un altro (quindi senza passeggeri) dove i piloti hanno deciso di mettersi alla prova e vedere se ad alta quota era possibile fare una manovra acrobatica con il jet.
Anzi, addirittura uno dei due piloti ha detto di aver già fatto questa manovra con un altro aereo della società e che sapeva cosa doveva fare.
Come si concluse la manovra?
Persero il controllo e si schiantarono.
Decisioni assurde, incomprensibili a chiunque. Senza dover indagare troppo nella psicologia umana, è facile comprendere come spesso si prendano decisioni che non hanno alcun apparente legame con la realtà.
Tralasciando casi estremi come questo, puoi benissimo pensare anche alla tua vita quotidiana per riflettere quando anche tu o chi ti sta attorno, prende delle decisioni sbagliate volutamente.
Si chiamano violazioni, ovvero si decide consciamente di non seguire una determinata regola, consapevoli delle conseguenze a cui questa decisione può portare.
Sembra assurdo, lo so, ma è così.
Pertanto, se sappiamo che le persone violano volutamente le regole, la mia domanda è questa:
1. Perché mai gli enti di controllo continuano a modificare le regole pensando che questo porti ad una soluzione ultima e definitiva?
La FAA americana, come anche l’EASA europea, emanano “nuovi decreti” per cambiare regole esistenti cercando di migliorarle. Come spesso accade, queste modifiche arrivano dopo l’avvenuto incidente aereo. Non è detto però, che i cambiamenti fatti abbiano avuto gli effetti sperati.
In alcuni casi si sono fatte delle modifiche tecniche agli aeromobili. Vedi il caso del Boeing 787 appena uscito sul mercato era stato subito fatto rientrare perché c’erano dei problemi con le batterie. Anche il Boeing 737 ha subito diverse modifiche tecniche a problemi che avevano causato degli incidenti aerei.
Ma modifiche tecniche, meccaniche o elettroniche sicuramente fanno la differenza in termini di sicurezza del volo. Quando si tratta invece delle persone le cose cambiano e non è sempre facile ottenere i risultati sperati.
Modificare l’addestramento dei piloti perché si vuole cambiare un loro modo di operare, equivale ad obbligare un bambino a rimanere a tavola fino a quando non avrà mangiato tutta la minestra di verdure.
Chiedere di cambiare imponendolo con una normativa non è sufficiente a mio avviso. Utile, necessario a livello legislativo, ma non sufficiente per la reale finalità che la modifica normativa si è prefissata di raggiungere (modificare una pratica in cabina o un modo di pensare dei piloti).
Soluzioni alternative: un addestramento diverso
A questo punto però mi sorge una seconda domanda:
2. Se le vecchie regole non funzionavano e se farne di nuove non ha effetto, quale soluzione si deve seguire?
Con questa domanda mi metto alle strette da solo, perché trovare la risposta esatta, significa che da domani mi troverai ai Caraibi… sarei milionario.
Ma ho fatto qualche riflessione utile.
Pensiamo al lavoro che ognuno di noi svolge, che sia lo studio se sei uno studente o il tuo lavoro se sei un lavoratore, pensa alle esperienze quotidiane che ti portano a fare quasi sempre le stesse cose. Ogni giorno ti trovi a dover svolgere mansioni simili, fai gli stessi ragionamenti, prendi spesso decisioni simili l’una all’altra e queste decisioni molte volte vengono prese anche più volte al giorno.
Ti ritrovi in una sorta di routine standardizzata che non ti permette di uscire dagli schemi che già conosci. Cosa accadrà secondo te se uno di questi giorni arriva un imprevisto talmente grande e diverso da quello a cui sei abituato ad affrontare che ti spiazza totalmente.
Cosa fai?
- Ragioni su come prendere una decisione?
- Cerchi di delegare la decisione a qualcun’altro?
- Ti lamenti cercando di sfogare la frustrazione?
- Inizi a ragionare in modo sensato cercando soluzioni a cui non avevi mai pensato prima?
Sarai d’accordo con me che la cosa migliore è l’ultima: Cercare nuove soluzioni.
Come detto, ci si aspetta che l’ente di controllo (FAA e EASA) trovi nuove soluzioni e pensi al di fuori dei soliti schemi.
In tutti questi anni di studio di incidenti aerei e parlando con molti piloti, sento una sorta di pessimismo nei confronti di normative, metodi addestrativi, metodi di controllo, ecc.
Te ne avevo parlato in un articolo in cui ti spiegavo come vanno in ansia i piloti ogni volta che fanno il controllo annuale che determina se sono abili a continuare a volare o meno.
Te ne avevo anche fatto un accenno nell’articolo in cui ti spiegavo una ricerca svolta sui piloti per vedere se sono abituati o meno a ragionare quando un incidente li coglie di sorpresa.
Siamo pigri, la nostra mentre è fondamentalmente pigra e vuole fare il minimo sforzo possibile. Sapendo che siamo fatti così, abbiamo dovuto standardizzare ogni operazione per rendere il volo di linea più sicuro e ridurre il carico di lavoro dei piloti.
Dobbiamo quindi creare una nuova era addestrativa.
Come farlo? Non posso saperlo da solo. Dobbiamo essere in tanti a farlo.
Mi sembra come se stessimo vivendo un momento di stallo dell’evoluzione formativa dei piloti di linea e della sicurezza del volo, ma come ogni stallo che si rispetti, prima o poi arriva la picchiata e, come dovresti già sapere, se hai sufficiente quota ne uscirai sano e salvo, se invece sei troppo vicino al terreno, rischi di schiantarti.
Se siamo veramente in uno stallo della formazione dei piloti e dell’evoluzione della sicurezza del volo, chissà come se ne uscirà dopo la picchiata.
3. Siamo abbastanza alti per uscirne o rischiamo di schiantarci?
Probabilmente stai pensando di diventare pilota e questo giova alla sicurezza del volo ed al futuro dell’aviazione civile, perché puoi essere uno dei protagonisti della nuova era addestrativa e potrai dare alla tua formazione la direzione giusta.
Dove arriveremo?
Queste riflessioni non sono frutto di inutili pensieri, ma frutto di studio ed osservazione. Da molti anni seguo le vicende di diversi incidenti aerei e parlo con molti piloti di linea che quasi non hanno interesse nel comprendere l’importanza di uno studio costante della sicurezza del volo, del fattore umano e della comunicazione.
Lo stesso vale per manager di aziende e compagnie aeree operanti in aviazione civile: la prima finalità di tutti gli operatori deve essere sempre e solo la sicurezza, l’addestramento ed il miglioramento continuo, perché ricordiamoci bene una cosa: ogni vent’anni il traffico aereo raddoppia e ci stiamo avvicinando ad un’era dove volare è come prendere un autobus.