Immagina un mondo in cui le persone hanno poche possibilità di comunicare tra di loro, l’offerta dei mezzi di trasporto è limitata e incontrare qualcuno accade solo per caso e senza accordarsi precedentemente.

Immagina un mondo in cui gli studenti utilizzano solo quaderni per scrivere, libri per studiare e se non sanno qualcosa lo chiedono ai propri genitori o professori, oppure quelli più bravi, lo cercano nel dizionario o in una enciclopedia.

Immagina ora un mondo in cui tutte le informazioni di cui hai bisogno le trovi nella tua tasca. Non devi fare nulla. Nemmeno pensare. Devi solo chiedere quello che desideri sapere, e ti verrà risposto.

Se negli anni ’50 qualcuno avesse descritto un cellulare e l’utilizzo che se ne fa oggi, probabilmente gli abitanti di quel periodo non avrebbero nemmeno compreso come così tante informazioni possano stare in una scatolina così piccola.

L’evoluzione tecnologica degli ultimi 20 anni hanno travolto la vita di ognuno di noi, modificando il nostro modo di percepire il mondo. Per alcuni aspetti viviamo meglio, mentre per altri aspetti, a mio parere, si viveva meglio molti anni fa.

La semplicità della vita di mezzo secolo fa (o anche di solo 20 anni fa), è un dono. Siamo schiavi di un ritmo di vita elevatissimo, bombardati di informazioni che il nostro cervello non riesce a processare in maniera adeguata e si finisce per andare in tilt.

Ad ogni modo, siamo abbastanza bravi da riuscire a stare in guardia e comprendere quando la tecnologia ci aiuta a vivere meglio e quando invece sarebbe meglio evitarla.

Questa introduzione sulla tecnologia e su come abbia modificato il nostro modo di vivere l’invenzione dello smartphone, mi serve per esprimere meglio la mia opinione sul nuovo gioiellino (in fase sperimentale), che Airbus sta realizzando.

Airbus riesce a decollare senza pilota

L’evoluzione tecnologica non vede tregua e ancora una volta il colosso Francese è riuscito a meravigliarci con un nuovo prodotto: il pilota automatico per il decollo basato sul riconoscimento delle immagini.

Si chiama ATTOL – Autonomous Taxi, Take-off and Landing.

Sono state montate una serie di telecamere che permettono di comunicare con il computer di bordo, il quale riesce a controllare l’aereo sia nella fase di rullaggio in pista, sia nella fase di rotazione e decollo.

Airbus non ha dato molte specifiche tecniche, ma ad ogni modo sta sperimentando questo sistema.

Nel video che trovi a fine articolo, puoi notare come i piloti semplicemente accelerino spingendo le manette in avanti e poi non toccano ne pedali ne cloche. Fa tutto l’aereo.

Bene, sicuramente un grande risultato tecnologico, ma come anticipato nella mia introduzione, credo che sugli aerei di linea ancora non ci sia il bisogno di questa tecnologia.

Eventualmente lo sarà per i VTOL, di cui ho parlato in altri articoli. dove tutto il volo è completamente controllato dai computer e non ci sono piloti a bordo.

Ad ogni modo, come per i cellulari negli anni ’50, parlare di aerei senza pilota, è ancora qualcosa di incomprensibile.

Secondo me, dobbiamo essere consapevoli che la tecnologia esiste, ma dobbiamo anche riconoscere il momento giusto per introdurre un cambiamento così grande nel mondo.

Se modificare il sistema di controllo dello stallo di un aereo di linea (vedi il problema dei 737 MAX), è una tecnologia poco controllabile, figuriamoci decolli automatici o aerei senza piloti.

C’è un momento per ogni cosa, ora dobbiamo prendere consapevolezza che la sicurezza del volo ha ancora molta strada da fare prima di poter rivoluzionare il mondo.

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