Molti italiani scelgono di andarsene dall’Italia. Se ne vanno per motivi di lavoro o studio, oppure per fare un’esperienza che li arricchisca, oppure ancora per necessità e voglia di rompere con il sistema economico e politico italiano. Io stesso ho origini Sud Africane ed ho vissuto 5 anni in Sud Africa, ho viaggiato molto in tutto il mondo ed ho conosciuto molti italiani che vivono in altri paesi.

C’è una costante voglia di estero, una voglia che cresce e la crisi del momento spinge ancora di più verso una emigrazione quasi forzata. Secondo il Rapporto Italiani nel Mondo 2011 della Fondazione Migrantes sono 4.115.235 gli italiani residenti all’estero, aumentati di quasi 90 mila unità nell’ultimo anno. Sono concentrati maggiormente in Europa e America, ma nuovi insediamenti si sono registrati in Sud Africa ed Australia.

Mio nonno, come molti, dopo la seconda guerra mondiale, decise di emigrare in Sud Africa. Riuscì a procurarsi un contratto attraverso l’ambasciata italiana in Sud Africa, comprò il biglietto e partì nel 1955 e dopo 1 mese di viaggio in nave arrivò in un paese sconosciuto e senza parlare una parola d’inglese. Rimase lì per più di 30 anni costruendo la sua impresa e garantendosi una vita piena di soddisfazioni, un futuro sicuro per i figli e nipoti, ma soprattutto si liberò dell’incertezza e della povertà italiana.

In un mio viaggio in Colombia ho conosciuto un italiano della provincia di Venezia che più di 3 anni fece un viaggio in Colombia, rimase li 6 mesi lavorando in un bar sulla spiaggia di Cartagena de Indias. Ritornò in Italia, sistemò alcune faccende economiche e dopo lunghe riflessioni e altri viaggi in Colombia e nel caraibico decise di trasferirsi definitavemnte. Oggi è sposto con una ragazza Colombiana e gestisce un negozio di liquori a Barranquilla.

Sicuramente detta così sembra semplice: basterebbe preparare la valigia e partire pensando che tutto si sistemerà. Assolutamente non è così, soprattutto in paesi quali Colombia. C’è bisogno di pianificazione, conoscenze sul paese le sue usanze e la sua cultura, e una visione lungimirante rispetto a quello che deve fare per trasferirmi definitivamente all’estero.

Ci sono molte altre storie di persone che ho conosciuto e che vivono all’estero. Per esempio, di recente ho saputo di una famiglia del paese in cui vivo che, stanchi della vita in italia, dell’incertezza e della paga bassa, sono partiti per 6 mesi in Svezia. Hanno valutato lo stile di vita Svedese, hanno preso dei contatti per il lavoro, si sono informati su varie questioni economico burocratiche e sono ritornati in Italia per vendere la casa e partire definitivamente dopo poco tempo.

Credo che c’è molta voglia di andare all’estero e presto probabilmente inizieremo a vedere di nuovo le emigrazioni che si sono viste nel dopo guerra. Personalmente, essendo una persona che ha vissutto all’estero e che viaggia spesso, nonostante l’amore che posso avere per l’Italia, come tutti voi, penso che questa emigrazione sia inevitabile. C’è una mancanza di fiducia nelle istituzioni e non abbiamo un senso di unità nazionale che ci permetta di unirci al fine di creare un movimento collettivo per un cambiamento culturale.

Bisogna guardare verso est, avere spirito d’iniziativa e voglia di un futuro diverso. La lingua più studiata al mondo è il cinese, questo dice tutto su cosa cambierà in futuro e dove si sta spostando la ricchezza del mondo.

By Published On: 4 Novembre 2011Categories: Coaching0 Comments

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