Forse non è nulla di sorprendente, dopo tutto siamo consapevoli che la conseguenza catastrofica del Covid-19 per l’aviazione mondiale è stata proprio quella di non permettere alle compagnie aeree e agli aeroporti di poter sostenere i costi e quindi a dover licenziare migliaia di persone.

IATA avverte ancora una volta che nuove statistiche dimostrano che le compagnie aeree non sono in grado di mantenere i costi bassi per far fronte al mancato guadagno ed evitare il fallimento.

I nuovi dati dimostrano che la perdita del 29% predetta inizialmente, in realtà sarà del 46%. Si sperava in una ripresa nell’ultimo trimestre del 2020, ma come sappiamo bene, questo non è avvenuto, pertanto le perdite aumentano contro ogni predizione.

IATA prevede che per tutto il 2020 il traffico sarà calato del 66% rispetto al 2019, con un crollo della domanda di dicembre del 68%. Probabilmente non cambierà molto nemmeno nel primo trimestre del 2021, fintanto che ci saranno restrizioni negli spostamenti e quarantene obbligatorie all’arrivo a destinazione.

Mediamente le compagnie aeree hanno ancora 8,5 mesi di sopravvivenza e non sono in grado di ridurre i costi. Hanno necessariamente bisogno di un sostegno governativo. Gli arriverà mai?

La maggior parte degli aerei a lungo raggio sono stati lasciati a terra per favorire i voli a medio e corto raggio che però presentano costi maggiori. Inoltre, il 60% della flotta mondiale è in leasing, pertanto il costo di un aereo bloccato a terra è sempre presente.

IATA avverte che i numeri potrebbero essere drastici. Si parla di 1,3 milioni di posti di lavoro a rischio, scatenando un effetto domino portando quel valore a 3,5 milioni.

Nulla di incoraggiante e anche io, nonostante il bombardamento di informazioni negative, alimento queste notizie. Purtroppo, per chi desidera lavorare in aviazione, si presenta una realtà molto lontana da quanto predicavo nel 2018.

Nessuno poteva immaginarselo. Non siamo noi a poter controllare gli eventi mondiali e sociali, ma possiamo controllare le nostre scelte. Chi vuole diventare pilota di linea è meglio che attenda un po’, ma nel frattempo dobbiamo tutti cercare di velocizzare la “cura” a questa epidemia per permettere all’aviazione mondiale di ritornare dov’era.

By Published On: 8 Novembre 2020Categories: Aviazione Commerciale2 Comments

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2 Comments

  1. Claudio 10 Novembre 2020 at 11:30 - Reply

    Daniele, attualmente nelle intenzioni dei governi di tutto il mondo non intravedo margini di interesse per l’intera industria aeronautica che, a sua volta (fatta eccezione per il comparto militare..), non avrebbe ragione d’essere qualora gli aerei da trasporto civile restassero a terra. Non leggo da nessuna parte nemmeno le preoccupazioni del caso, ma non solo perchè siamo in pandemia. La situazione è nera e i tuoi dati li condivido totalmente. Certo, meno male che qui da noi c’è la cassaintegrazione per i lavoratori che però non potrà essere eterna. Ho due figli di cui uno cassa e l’altro in smart working.. E, anche se la nostra ministra dei trasporti si è preoccupata di Alitalia, ebbene lo ha fatto in maniera del tutto fasulla (non sciogliendo i nodi tipo Palazzo della Magliana, Malpensa e altri) e degna della peggiore politica che non è in grado di avere una visione, di progettare a tavolino il da farsi come fanno i progettisti aeronautici che non lasciano nulla al caso. Responsabilità le ha anche Enac … Due altre cose voglio evidenziare a proposito di quanto dici. La prima: gli aerei sono in leasing. Questa pratica arricchisce soltanto quelle compagnie di leasing e impoveriscono l’intero settore. Le compagnie aeree hanno precise responsabilità; esse non sono immuni da questo poiché tra “yuppies della finanza ante 2008” e “costole distaccate” per fronteggiare le esigenze del passato e incassare sempre di più, con altri nomi nei paradisi fiscali, hanno creato i cosiddetti “fornitori di leasing” evolutisi al punto di vendere a caro prezzo pacchetti comprensivi financo di equipaggi… Le grandi società di manutenzione non sono state da meno. Non che non sia d’accordo con l’ampliamento del business e la diversificazione, so bene di cosa parliamo, ma un po’ di moderazione sarebbe stata necessaria in quanto le compagnie low-cost (alcune spin-off) delle compagnie di bandiera, hanno preso il sopravvento proprio sulle compagnie di bandiera (in continuo svuotamento) con politiche gestionali e di mercato molto discutibili secondo me. La seconda. Chi poteva immaginare questa catastrofe? Nessuno. Tuttavia, come ben sai, i sistemi di bordo sono perfetti, ma fino a quando “l’errore umano” non la smetterà di esistere (a bordo sto bene ma a terra?) a cosa serve la perfezione se non è al servizio dell’umanità? Credo fermamente che vada riprogettato tutto il sistema tenendo conto che siamo e saremo sempre fallibili.

    • Daniele 10 Novembre 2020 at 12:43 - Reply

      Ciao Claudio. Grazie per il commento. Direi che la preoccupazione nei confronti delle compagnie dev’essere rivolto ad un periodo molto più lungo che vedo almeno fino al 2022. Ci vorrà parecchio tempo prima che si riprendanoo, molte chiuderanno, ma non possiamo nemmeno lasciare milioni di persone senza lavoro.
      Un saluto!

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