Spesso mi sono trovato a descrivere aeromobili di grandi aziende internazionali conosciute per la loro storia e per la loro tecnologia.
Sono aziende che hanno cambiato il modo di viaggiare nel mondo.
Ma dopo tanto parlare di aziende estere, ci siamo dimenticati che a casa nostra, abbiamo delle vere e proprie eccellenze, delle aziende costruttrici di aeromobili italiani che portano il proprio marchio in tutto il mondo.
Ma non voglio parlarti solo delle eccellenze odierne, anche se, come vedrai, ti farò conoscere da vicino un’azienda italiana rinomata e conosciuta a livello internazionale.
Prima però voglio anche farti vedere quanti costruttori di aerei ha avuto l’Italia nella sua storia. Costruttori protagonisti dell’industria aeronautica italiana. Alcune di queste sono ancora in attività oggi.
Partiamo quindi dalla storia e dalle eccellenze del passato per arrivare alle eccellenze del presente. In particolare ti farò conoscere la società Tecnam che ringrazio per la collaborazione.
Caproni ed il Jet Privato
Tempo fa avevo visitato il museo del volo che si trova a Malpensa. Il museo è situato nei vecchi capannoni della Caproni, una delle prime e più conosciute società costruttrici di aerei in Italia.
Nel museo si può rivivere la storia dell’azienda percorrendo gli ambienti dove si costruivano i primi aerei che hanno volato nei nostri cieli.
Quello che mi ha colpito più di tutto è un jet privato ideato per trasportare 2 persone. Oggi sembra una cosa normale e nulla di innovativo, ma se pensiamo che il progetto è stato fatto negli anni ’70, possiamo pur dire che Caproni era all’avanguardia.
Siai Marchetti
Nata a Milano nel 1915, divenne famosa negli anni ’20 grazie a due modelli progettati assieme all’ingegnere Marchetti. L’S.55 divenne famoso per le sue trasvolate oceaniche e per aver preso servizio nell’Aeronautica Militare assieme anche al S.M. 79 Sparviero.
Uno degli aerei della Siai Marchetti che più preferisco è l’SF 260, progettato dall’Ing. Stelio Frati per essere un aereo addestratore leggero. Ancora in costruzione, sono stati venduti oltre 900 esemplari in 39 paesi.
Oggi l’azienda è stata chiusa ed acquisita da Alenia Aermacchi.
Aermacchi
Marchio conosciuto oggi grazie alle Frecce Tricolori che utilizzano il loro modello MB339. Nata a Varese e fondata dai fratelli Macchi nella seconda metà dell’800, iniziò a produrre aeromobili da guerra dopo il 1913. Gli aerei Macchi furono tra i primi a superare i 700 km/h nelle gare di velocità.
Durante la seconda guerra mondiale l’azienda Aeronautica Macchi poi divenuta Aermacchi, si concentrò sulla costruzione di caccia e dopo la guerra sulla costruzione di aerei da addestramento per piloti militari con due modelli, l’MB326 ed il conosciuto MB339 utilizzato oggi dalla PAN – Pattuglia Acrobatica Italiana.
Fiat
Sì, probabilmente non lo sapevi, ma anche Fiat ha costruito aeromobili. Uno dei più conosciuti è il Fiat G-91, caccia usato in passato dalla PAN.
Oltre al G91, Fiat costruì molti altri modelli di aerei militari. Alcuni modelli sono visibili presso il museo del volo Volandia.
Cant Z
Un marchio che ha costruito aerei prima della seconda guerra mondiale. Un marchio a me particolarmente caro perché l’azienda si trovava a Trieste ed i velivoli venivano costruiti a Monfalcone, molto vicino al paese in cui sono cresciuto.
Dove una volta si trovava l’azienda, oggi si trova la Fincantieri che costruisce in questi stabilimenti le navi da crociera più grandi al mondo.
L’azienda costruttrice dei Cant Z (Cantieri Aeronautici e Navali Trieste) era la Cantieri Riuniti dell’Adriatico con sede a Trieste fondata nel 1930.
Tecnam
Veniamo ora ai giorni nostri.
Se sei un allievo pilota o se hai visitato alcune scuole di volo, avrai sicuramente visto uno dei loro aerei, il P92. Infatti, Tecnam ha come principale target di riferimento le scuole di volo.
Il 70% dei loro aeromobili vengono venduti principalmente a scuole di volo. Un altro 20% è rappresentato da velivoli cosiddetti Special Mission (lavoro aereo, fotogrammetria), il restante 10% da piloti privati.
Prima di parlare dei loro aerei, vediamo come nasce un’azienda aeronautica italiana.
Origini dell’azienda
La storia della Tecnam nasce dalla passione dei fratelli napoletani Luigi e Giovanni Pascale che fin da piccoli hanno sviluppato una passione per l’aviazione e le costruzioni aeronautiche.
Nati negli anni Venti, i due fratelli cominciarono con aeromodelli in legno, fino a costruire un vero aliante, che andò distrutto nei bombardamenti della seconda Guerra mondiale.
Terminata la guerra riuscirono ad acquistare ad un prezzo bassissimo quattro motori d’aviazione Continental non funzionanti. Attorno a uno di quei motori cominciarono a costruire nel seminterrato di casa il loro primo aereo, il P48 Astore.
P sta per Pascale, 48 l’anno di progettazione.
Il primo volo fu effettuato con grande successo da un asso di quei tempi, il comandante De Bernardi.
Da quel momento i fratelli Pascale continuarono a costruire prototipi, tra cui il P55 Tornado che vinse il Giro di Sicilia e che diede alla ditta dell’epoca, Partenavia, grande risonanza.
Cominciarono così la produzione di serie con aeroplani due-quattro posti dedicati all’addestramento. Tra questi il P59, P64, P66.
Nel 1968, Luigi Pascale presentò il suo primo bimotore. Ad oggi si può dire che il P68 è il bimotore europeo più venduto negli Usa.
Nascita del Tecnam P92
L’esperienza Partenavia finì e nel 1986 venne fondata Tecnam, alle origini solo per la costruzione di parti, non di aeromobili.
Nel frattempo negli anni ’90 il mercato stava cambiando rapidamente, l’Aviazione Generale era in profonda crisi per l’alto costo del carburante, tasse, etc, allo stesso tempo nasceva l’aviazione ultraleggera, che vedeva velivoli molto spartani, a volte solo un’ala con un motore.
I due fratelli si misero all’opera e presentarono il P92, un vero aereo, ma dal peso di un ultraleggero! Nelle intenzioni dei Pascale, questo aereo era stato costruito con la forma più leggera di un velivolo, costi contenuti e l’idea di consentire a chiunque di avvicinarsi al volo.
Nato come ultraleggero, si è sviluppato nel tempo in altre versioni come il P92JS certificato CS-VLA, il P92 Eaglet Light Sport per il mercato americano LSA.
Addirittura è stata fatta una versione anfibia, il SeaSky.
Il Bimotore Tecnam P2006T
C’è da premettere che ogni progetto del prof. Pascale, non nasce dal capriccio del disegnatore, ma da un attento ascolto del mercato e studio delle varie nicchie.
Il bimotore Tecnam P2006T motorizzato con due Rotax da 100 hp, è forse il bimotore quadriposto certificato più leggero esistente.
L’idea era quella di offrire alle scuole una macchina per l’addestramento “complesso”, quindi gestione multimotore, con eliche a passo variabile e carrello retrattile.
I due motori poi possono essere alimentati (come tutta la flotta Tecnam) da benzina verde automobilistica, riducendo sensibilmente i costi di esercizio. Si consideri che il consumo del P2006T è inferiore a quello di un quadriposto motorizzato con i classici motori di aviazione.
Un’Eccellenza italiana nel mondo
La crescita di Tecnam è conseguenza anche dell’esportazione che ha portato l’azienda a doversi misurare con i grandi player del mondo. Oggi Tecnam è tra i primi 3 produttori, ed è il produttore Europeo numero 1.
Ogni progetto viene sviluppato con partner internazionali quali Rotax e Lycoming per i motori, Garmin per l’avionica.
Un grande traguardo raggiunto dall’azienda è quello di esser stati scelti dalla NASA. Infatti, il P2006T viene utilizzato dalla NASA per un programma di ricerca per l’aviazione con motore elettrico.
Ultima, ma non meno importante la collaborazione con Cape Air, una linea aerea regionale degli Stati Uniti, che ha portato alla progettazione, e ora realizzazione del P2012, bimotore 11 posti per il trasporto passeggeri. La stessa Cape Air ha già ordinato 100 velivoli per ammodernare la sua flotta.
Conclusione
Ecco quindi, parte della storia dell’aviazione italiana raccontata guardando i costruttori del nostro paese dai primi del ‘900 fino ad oggi.
Un ringraziamento a Tecnam per la collaborazione e spero che questo articolo possa farti comprendere il ruolo centrale che ha avuto e continua ad avere l’Italia, nella ricerca ingegneristica e nella costruzione aeronautica nel mondo.
Si, perché oltre ai costruttori raccontati in questo articolo ce ne sono molti altri non nominati e ci sono anche tutte le aziende dell’indotto (sempre italiano) che forniscono componenti di alta precisione ai costruttori italiani ed esteri.
Per qualunque approfondimento, scrivimi pure.
Buongiorno, quanti erei produce annualmente la Tecnam ?
Esistono altri costruttori in serie di Ultraleggeri , intendo dire aziende strutturate, qualificate, che diano garanzie ? E’ incredibile il numero di aziende che producono ultraleggeri ma pare che la grande maggioranza ne producano qualche unità all’anno artigianalmente . Grazie.
Emanuele Maria Valdenassi
Quanti ricordi!!!! Sono un appassionato di volo fin da quando da Palermo, Bocca di Falco, decollavano i DC3 della LAI (chi la ricorda?!!!!) decollavano alla volta di Roma e Milano.
Quanta storia della mia vita è passata per l’Aeroclub di Bocca di Falco! Esisteva il Macchino, l’FL3, il Falco, IL Nibbio e, sopra tutto, il GIRO AEREO DI SICILIA, velocità pura. Ricordiamo i vari costruttori che hanno fatto epoca, I fratelli Pascale, l’avv. Lauri, come dimenticarlo!!!!!!! il suo SKY ARROW è una icona!!!!! L’ho visto nascere fin da quando, in visita occasionale, ho visto il progettista, seduto sulla spalliera di una sedia di legno per misurare gli spazi ergonomici nella progettazione dei sedili.
Il prosieguo dei ricordi alle prossime puntate.
Articolo molto interessante ed appassionato. I miei complimenti Hai omesso ,però , di inserire tra i costruttori italiani anche la Piaggio con il suo P180. Sono napoletano e ricordo perfettamente il nome PARTENAVIA. Nei lontani anni 60 il fratello di un mio carissimo amico, diplomato Perito Aeronautico, fu proprio assunto dalla PARTENAVIA, oggi TECNAM. Grazie.
complimenti Daniele
Grazie!
Mio padre che è nato nel 1930 a Monfalcone mi raccontava delle storie degli aerei CANT Z e di come venivano collaudati dall’allora pilota collaudatore Mario Stoppani. Mio padre essendo bambino d’estate veniva “spedito” al mare e vedeva questi aerei che decollavano e ammaravano in un tratto di mare davanti a quello che oggi viene chiamato Marina Julia. Però non tutti gli CANT Z erano idrovolanti e quelli costruiti esclusivamente con carrello e ruote, decollavano da una pista dietro il cantiere di costruzione, quindi a poche centinaia di metri da quello che era la casa di mio padre. Oltre a questa pista di “Panzano” veniva utilizzato anche l’aeroporto di Ronchi dei Legionari, quello che oggi è l’aeroporto di Trieste. Grazie Daniele per questi ricordi.