Qualche anno fa quando mi occupavo di Psicologia e Coaching in Aviazione, ho avuto la fortuna di partecipare ad una riunione dei facilitatori CRM di una nota compagnia aerea italiana.
Ho presentato loro il Coaching ed un approccio diverso alla formazione dei piloti ed una visione nuova del ruolo dei facilitatori.
Erano presenti sia la “squadra” dei piloti che delle assistenti di volo. Alla fine sono usciti così tanti malesseri e tante riflessioni che ho dovuto interrompere la presentazione per parlare dei problemi che stavano affrontando nella compagnia aerea.
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Come possiamo auto motivarci?
La domanda più forte e più frequente era: “Come possiamo auto motivarci?”.
Bella domanda. Sul momento dovevo trovare una risposta, ma in realtà ho capito che la domanda non era teorica, non era una loro curiosità, ma era bensì un richiesta d’aiuto.
Era un grido che ha poi portato ad una serie di riflessioni (animate) sul lavoro di ognuno di loro.
Da passeggeri possiamo pensare che piloti e assistenti di volo facciano una vita straordinaria.
In realtà, questa è la parte minore, e forse, per molti di loro è la parte peggiore.
Dico peggiore perchè molti vorrebbero avere stabilità e poter spendere più tempo con le famiglie, con i figli, accompagnarli a scuola o seguirli di più nella vita di tutti i giorni
Quando hai una certa stabilità, andrai sempre alla ricerca di un po’ di brio, un po’ di movimento nella vita, mentre per chi la stabilità non se la può permettere, si rende conto che i veri fortunati sono quelli che possono andare a dormire quasi sempre alla stessa ora.
Cause della de-motivazione
Questo gruppo di piloti e assistenti di volo che ho incontrato alla presentazione mi hanno fatto una domanda precisa:
Come possiamo auto motivarci?
Qual’è il problema? Cosa li spinge a farmi questa domanda? Da cosa nasce la richiesta?
Queste sono le domande che mi sono posto sul momento ed ho iniziato ad indagare.
Bene, sono uscite molte verità che non credevo esistessero: le assistenti di volo per prima cosa non sanno più come mantenere un rapporto sano e costruttivo con la compagnia aerea.
Il loro lavoro è particolarmente stressante, nessuno se ne accorge perchè sono sempre sorridenti e gentili, ma in realtà dentro stanno bollendo.
Per i piloti le cose sono simili: non riescono ad avere una comunicazione funzionale con la compagnia aerea e con gli altri piloti, pertanto i livelli di stress sono altissimi.
Tu mi potrai dire che questo avviene in tutti i lavori: siamo tutti soggetti a stress e colleghi di lavoro antipatici con i quali non leghiamo molto, ma qui il problema ha una valenza diversa.
Qui non si parla di antipatie, che ci saranno pure, ma le assistenti di volo ed i piloti quel giorno volevano sapere come ritrovare una briciola di speranza per motivare se stessi a mantenere la calma e continuare a lavorare senza arrivare all’esaurimento!
Il ruolo del management
Da cosa era dovuto l’esaurimento?
Dalla gestione manageriale della compagnia che non dava spazio alla voce dei piloti.
I problemi, la cattiva gestione, le ore di volo eccessive, la mancanza di supporto da parte della compagnia aerea nella gestione delle attività “extra volo”.
Insomma, la compagnia aerea era inesistente nei confronti di questo gruppo di piloti e assistenti di volo, pertanto non potevano aspettarsi molto dai loro superiori e dovevano cercare un modo per andare avanti.
Lavorare su un aereo è paragonato al lavoro di un kit medico durante un’operazione.
Pertanto piloti e assistenti di volo, oltre che sopportare lo sterss del lavoro in sè, devono pure sopportare un cattivo ambiente di lavoro, i livelli di tolleranza diminuiscono e si va avanti per inerzia.
Inoltre, non avevano alcuna garanzia per il futuro perchè ogni anno la compagnia avvisava che forse avrebbero chiuso.
Purtroppo, poco dopo aver fatto quella presentazione, la compagnia aerea ha deciso di chiudere veramente una parte delle loro attività e quel gruppo di lavoro con cui avevo parlato quel giorno ha perso il lavoro.
Se anche tu ti trovi nella stessa situazione, come trovi la motivazione?