Da un po’ di tempo mi sto chiedendo se il livello di addestramento dei piloti di oggi è adeguato.
Il problema nasce dal fatto che più il numero di piloti è carente nelle compagnie aeree di tutto il mondo, più è necessario trovare il modo giusto per selezionare, preparare e mettere in linea piloti giovani.
In poche parole, bisogna “sfornare” piloti dalle scuole di volo e prepararli quel tanto che basta per permettergli di gestire le funzionalità del cockpit.
Quindi, la mia domanda (e non solo mia), è questa:
I piloti di oggi, sono dei veri aviatori o semplicemente degli esperti di tecnologia?
L’esigenza di un addestramento per piloti
La mia non è una provocazione, ma una riflessione ben fondata. Non sto nemmeno a farti la lista degli incidenti aerei causati da piloti con poca esperienza (ti suggerisco comunque di dare un’occhiata all’incidente del 2009 di un aereo di Air France sopra l’oceano Atlantico).
Ti segnalo anche un articolo interessante (solo in inglese) di ECA – European Cockpit Association.
Il mio ragionamento è molto semplice, probabilmente ancora poco condiviso, ma sto raccogliendo sempre più spesso segnali che questa ipotesi non è del tutto errata. La mancanza di piloti porta ad un’esigenza molto importante:
- Preparare tanti piloti
- Farlo in poco tempo
- Dare loro una preparazione adeguata
- Il loro addestramento deve essere sufficiente per gestire il volo?
Dei 4 punti elencati, il più importante è l’ultimo. Tutto il mio ragionamento si concentra su questo quarto punto.
Quanto è adeguato il loro addestramento e quanto si differenzia dall’addestramento dei piloti di una volta?
Basta che sappiano far funzionare l’aereo e gestire il volo o dovrebbero anche avere qualche capacità o skill (come li chiamano i formatori di oggi)?
Le skill necessarie sono quelle che ti aspetti dal pilota che saprebbe portare a terra un Boeing 747 ad occhi chiusi… ovvero, senza strumentazione.
In altre parole, è sufficiente che i piloti sappiano usare bene l’FMS, seguire le procedure, fare tutti i calcoli utili al pilota o serve che abbia anche la capacità di ragionare al di fuori degli schemi fissi e sappia adattarsi a tante situazioni diverse?
La mia opinione è questa. Serve che i piloti, anche quelli più giovani e meno esperti, sappiano ragionare al di fuori di schemi fissi e al di fuori delle procedure.
Pensa in maniera diversa
La carriera di un co-pilota di 20/21 anni inizia dopo meno di due anni di addestramento. In questo periodo di formazione si esce dalla scuola di volo capaci di gestire un aereo, gestire il volo e cooperare con gli altri membri dell’equipaggio. Insomma, si sa fare quello che serve per portare un aereo e tutti i suoi passeggeri dal punto A al punto B, nel rispetto dei requisiti richiesti dalle normative.
Il problema è che facendo 4 voli al giorno che si traducono in circa 100 ore di volo al mese, essere “sbattuti” in una cabina di pilotaggio ed affrontare tantissime situazioni diverse quotidianamente non è cosa per tutti.
Concludo questo ragionamento facendoti una domanda.
Anni fa mi sono trovato a studiare una tesina di un pilota e laureando in psicologia dell’aviazione, in cui cercava di dimostrare come piloti neofiti prendessero in considerazione elementi poco importanti per decidere, mentre i piloti esperti sapevano come eliminare informazioni superflue e giungere ad una decisione in poco tempo.
In una situazione di emergenza tutti i piloti dovrebbero essere in grado di ragionare nel modo adeguato. Il problema non è il numero di ore di volo, il problema si trova nel tipo di formazione che ricevono.
Ecco il quesito:
Qual’è, secondo te, il tipo di addestramento che dovrebbe ricevere un pilota durante la sua carriera?
Essere sempre in equilibrio avere una psicologia robusta saper gestire l’interferenze interne ed esterne anche in condizioni esasperate , per riuscire a gestire al meglio qualsiasi tipo di situazione possa capitare.