A volte può capitare di decidere di cancellare un volo. Non sto parlando solo di voli di linea, ma anche di voli privati o da diporto sportivo che spesso non vengono effettuati per varie ragioni. E questa decisione, apparentemente banale, in alcuni casi può salvare la vita al pilota e ai passeggeri.
Volare significa anche decidere di rimanere a terra.
Mi spiego meglio.
A volte capita che per condizioni meteo o guasti tecnici al velivolo, non ci siano le condizioni per poter volare.
In questi casi, forse rari, ma pur sempre reali, la scelta di rimanere a terra è spesso molto più saggia anziché decidere di volare e mettere alla prova la proprie capacità da pilota!
Mi è capitato diverse volte di trovarmi all’ultimo minuto bloccato a terra perché non c’erano le condizioni per poter volare e in alcuni casi era bastato attendere condizioni meteo migliori, in altre invece mi sono ritrovato in macchina sulla via di ritorno verso casa.
Voglio entrare nel dettaglio di questo argomento perché in alcune condizioni il pilota non ha la possibilità di decidere di rimanere a terra, ma si trova obbligato a decollare anche se non dovrebbe.
Mentre, cosa ancora più grave, ci sono altri casi in cui i piloti decidono di volare pur avendo la possibilità di rimanere a terra, senza obblighi nei confronti della compagnia aerea o società private.
Ti faccio qualche esempio dei vari casi, e se anche tu sei stato protagonista di esperienze simili, scrivilo nei commenti.
Partiamo dal primo esempio.
Il guasto tecnico (fasullo)
Le condizioni meteo e problemi tecnici all’aeromobile sono tra le principali cause di cancellazioni di voli.
Mi è capitato di decollare con 3 ore di ritardo su un volo Alitalia dopo che ci era stato comunicato un guasto tecnico all’aereo e che ci sarebbe voluto del tempo per sistemarlo.
Chiaramente, da buona appassionato del volo, ogni volta che mi trovo in aeroporto, non perdo occasione per guardare il piazzale e vedere cosa sta succedendo.
Mi sono accorto che i piloti sono andati sull’aereo, ci sono rimasti a bordo per circa 10 minuti e sono scesi senza nulla in mano.
Non mi era sembrato affatto chiaro come avessero potuto capire che c’era un guasto tecnico con una visitina così veloce.
Dopo un paio d’ore di attesa mi ero accorto che tra i passeggeri c’era anche un pilota Alitalia che doveva andare a Malpensa ed imbarcarsi sul volo per Tokyo dove si sarebbe trovato ai comandi del B777.
Gli ho chiesto se sapeva quale potesse essere il problema tecnico (del ATR72) con cui dovevamo decollare ore prima.
Mi ha risposto che il volo della sera precedente era atterrato in ritardo, dopo la mezzanotte. Il nostro volo era previsto alle 6 del mattino e per legge dovevano essere trascorse 8 ore tra l’atterraggio del giorno precedente e quello del giorno successivo (conoscevo questa regola per i piloti, ma non per i velivoli… mah!).
Ad ogni modo, mi informa che stavano aspettando un fax dall’ENAC che gli confermasse il decollo anche prima dello trascorrere delle 8 ore, ma che gli uffici erano ancora chiusi!
Non ci potevo credere. Ma ad ogni modo, verso le 8.30 siamo decollati.
Cancellare un volo per maltempo
Capita spesso. Molti voli vengono rimandati, altri invece vengono effettuati comunque anche se le condizioni sono al limite (vento forte che supera i limiti previsti per un modello d’aereo).
L’esempio che ti riporto non è di un volo di linea, ma di un recento volo con un aereo da turismo che (non) ho effettuato a causa della nebbia.
Era un volo programmato per il pomeriggio con decollo da un aeroporto che dista 40 minuti da dove abito.
Le condizioni meteo erano serene da casa mia, e guardando in direzione dell’aeroporto sembrava che il tempo reggesse.
Man mano che ci avvicinavamo all’aeroporto ci siamo accorti che la nebbia stava lentamente avvolgendo l’aeroporto e le zone limitrofe. Arrivati sul piazzale non c’era modo di decollare.
Sappiamo bene che la nebbia rimane bassa e basterebbe decollare per trovarsi in un istante al di sopra della coltre vaporosa. Ma il problema lo avremmo affrontato in fase di atterraggio.
Il pilota non era abilitato ad un atterraggio strumentale e in ogni caso non c’era motivo per rischiare dato che era un semplice volo di piacere.
Quando la compagnia aerea ti obbliga a decollare
Avevo già parlato del volo della compagnia Air Ontario schiantatosi nel 1989 dopo essere decollato con le ali coperte di neve e ghiaccio.
Il comandante si trovò in una situazione decisamente ambigua e pericolosa. Sostanzialmente, si era trovato in un aeroporto che non poteva fornire l’alimentazione a terra all’aereo e l’APU non era funzionante a causa di un guasto.
La decisione migliore era di rimanere a terra e decollare il giorno seguente con condizioni meteo migliori e l’APU riparato.
Questo era quanto il comandante avevo deciso, ma non aveva ricevuto autorizzazione dalla compagnia aerea perchè non volevano pagare una notte d’albergo ai passeggeri e all’equipaggio.
Pur trovandosi in una condizione pericolosa il comandante ha comunque deciso di seguire le istruzioni della sua compagnia aerea (tema che approfondirò in un altro articolo), decisione che come sapiamo fu fatale.
In questo caso, chiaramente la vita dei passeggeri e dell’equipaggio vale molto di più di qualunque notte in hotel o costo da affrontare per mettere in sicurezza delle persone che si trovavano su un aereo nelle mani di una persona che ha preso la decisione sbagliata (non gliene faccio una colpa).
In quel momento il comandante si sentiva probabilmente costretto a proseguire con il volo.
Sapendo come sono andate le cose è semplice dire che “non dovevano decollare”, è meno semplice accettare il fatto che a volte non ci si trova nelle condizioni di poter prendere quella semplice decisione.
Bene, spero che anche questo articolo possa dare spunto a nuove riflessioni a tutti coloro che volano (e che non volano).
Se anche tu hai avuto esperienze simili, scrivilo tra i commenti.
Ricordiamoci, che a volte decidere di rimanere a terra è la migliore decisione che un pilota possa prendere.
In una delle mie vite fa, felice per un volo in ultraleggero, succede che: fatti i normali controlli meticolosamente, finalmente, sono pronto ad avviare il motore e dato il classico strappo al cordino, il motore si avvia la primo colpo, ma il cordino non voleva rientrare, da perfetto idiota l’ho rientrato manualmente nella sua sede. il posto: avio superfice di Sutri, alla fine pista tanto spazio libero, campi da golf, il tutto ideale per l’emergenza! baldanzoso salgo a bordo, mi danno il via, motore a manetta, decollo perfetto, comincio a livellare e……..puff, puff, puff, il motore si ferma! Sangue freddo, spazio a prua, cerco di moderare la velocità di discesa e la velocità senza stallare ma scendo veloce, in quel momento mi venne in mente la barzelletta: ” adesso viene il duro. disse il paracadutista a cui non si era aperto il paracadute” tocco terra molto duramente e…. ultraleggero distrutto ma io salvo! Analisi del mezzo: il pezzo di molla rotta per il ritorno della puleggia de cordino ha bloccato questa rendendola solidale con l’albero motore, conclusione tappo di plastica: l’ex cordino,che ha bloccato il motore. Meditata gente meditate. Se succede anche la cosa più banale, meglio a terra che l’ignoto possibile!
Grazie Biagio. È da buoni piloti capire ed ammettere l’errore. Si impara così. Per questo riporto esempi di altri, come il tuo, in modo che siano al servizio di chi ancora non è totalmente convinto che bisogna valutare bene la situazione prima di volare. Un saluto!
bentornato Daniele . ti leggo sempre volentieri , adesso dalla Inner Mongolia – Baotou , a-25 gradi ! un saluto .
Fa piacere che mi segui da lì! A parte il freddo, com’è lì? Un saluto.
Grazie di tutto omonimo (Daniele Fucarino)
Grazie a te
Benvenuto Daniele di nuovo ,con le tue storie su aeromobili molto interessanti , ti seguo sempre grazie
Un saluto
Grazie!
Buon Anno 2023